Legge di bilancio 2020: più attenta a sviluppo sostenibile, ma ancora lontani dai target
Si è tenuto qualche settimana fa l’evento ASviS “La legge di bilancio e lo sviluppo sostenibile – A che punto siamo?” durante il quale è stato presentato un esame dettagliato dei provvedimenti del governo rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, approvata da tutti i Paesi delle Nazioni Unite nel settembre del 2015, sulla base dell’analisi dei gruppi di lavoro dell’Alleanza.
Secondo Pierluigi Stefanini, presidente ASviS, nel complesso, la Legge di Bilancio 2020 è da valutarsi positivamente, specie se in confronto con quella dell’anno precedente, anche se l’efficacia dei singoli provvedimenti dipenderà dalla rapidità e dai contenuti dei decreti attuativi. L’ASviS seguirà, perciò, da vicino l’attuazione dei singoli provvedimenti, fornendo una valutazione puntuale in occasione della redazione del Rapporto di ottobre 2020. La principale novità, in tema ambientale, è l’impegno per realizzare un Green New Deal italiano per sostenere specifici programmi di investimento e operazioni, anche in partenariato pubblico-privato, per realizzare progetti per la decarbonizzazione, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, il turismo sostenibile e la mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico. Sintetizziamo di seguito alcune delle valutazioni della legge di Bilancio 2020 per quanto riguarda i temi più legati al nostro settore.
Obiettivo 6 (Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie): la Legge di Bilancio 2020 non ha un focus specifico sul tema dell’acqua. Diverse misure generali come il Green New Deal e alcune specifiche possono contribuire al conseguimento dell’obiettivo ma manca un adeguato impegno per affrontare la fragilità degli ecosistemi di acqua dolce, specialmente in presenza dei cambiamenti climatici.
Obiettivo 7 (Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni): la Legge di Bilancio interviene, più che in passato, sui temi ambientali, sulla decarbonizzazione e sull’economia circolare, lanciando il Green New Deal italiano. Manca un impegno deciso per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Positivi, ma limitati, sono i provvedimenti riguardanti il settore trasporti e l’efficienza energetica.
Obiettivo 11 (Rendere la città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili): da valutare favorevolmente il Bonus facciate, anche come contributo alla riqualificazione edilizia urbana, anche se va segnalato il rischio che questi, slegato dal risparmio energetico, si sostituisca all'ecoBonus. Analogamente il Green New Deal, destinato anche all'efficientamento del patrimonio abitativo, dovrebbe essere collegato agli altri interventi di rigenerazione ed essere coordinato alle altre fonti di finanziamento locali attraverso l'Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, che si rivela sempre più necessaria e urgente.
Obiettivo 13 (Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze): la Legge di Bilancio non coglie l’urgenza di predisporre gli strumenti adeguati per una “giusta transizione”; questa carenza si aggiunge alla limitatezza dei fondi previsti a fine 2019 per il “Decreto Clima”. Positiva è invece la misura che assicura la continuità del finanziamento italiano al Green Climate Fund.
Obiettivo 14 (Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile): dalla Legge di Bilancio 2020 emerge una mancanza di attenzione verso il mare, fondamentale per il futuro di noi tutti, soprattutto vista l’ampiezza della fascia costiera del nostro Paese.
Obiettivo 15 (Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica): si nota la mancanza di misure specifiche per la tutela della biodiversità.
Si richiede ora però un’importante riflessione sulla destinazione delle risorse, alla luce della recente emergenza sanitaria che ha severamente colpito il nostro Paese, mostrandone le vulnerabilità, e delle possibili future emergenze (sanitarie e non) direttamente o indirettamente legate alla crisi climatica (del rapporto tra salute globale e cambiamento climatico ne avevamo già parlato qui), nonché di una rinnovata centralità del ruolo della scienza.
Proprio gli scienziati che finalmente l'Italia sembra disponibile ad ascoltare, ci dicono che con il cambiamento climatico la diffusione di nuovi virus sarà più frequente, per cui bisogna investire oggi per gestire situazioni analoghe domani, con una capacità di risposta dei nostri sistemi socioeconomici di gran lunga maggiore di quella di cui siamo testimoni in queste ore.
Un’ultimo spunto di riflessione: i numerosi esempi positivi nel campo dello smart working dimostrano che queste soluzioni, se gestite con intelligenza, possono alleggerire il peso del traffico, dell’inquinamento, aumentare la produttività e, potenzialmente, migliorare la qualità della vita collettiva e individuale.
Possiamo forse sperare che le esperienze virtuose nate da questo momento così difficile ci consentano di ragionare su un modo nuovo di lavorare e anche di gestire le nostre città?