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Susanna Di Lernia

Colpo di fulmine


Insieme allo spettacolo delle aurore polari (di cui abbiamo scritto recentemente), i fulmini, che a milioni colpiscono la Terra ogni giorno, possono essere senza dubbio annoverati tra i fenomeni più affascinanti e suggestivi che esistono in natura.

Intorno a questi, i nostri antenati, ancora incapaci di analizzarli da un punto di vista scientifico, hanno a lungo ricamato miti e leggende. E così, come i Vichinghi attribuivano l’immensa bellezza dell’aurora boreale alla danza delle Valchirie, i fulmini venivano associati alla manifestazione della potenza divina; secondo la mitologia greca, ad esempio, Zeus, dio del cielo e del tuono, nei momenti di ira scagliava fulmini contro i suoi nemici.


Se pur epurati dai significati imponenti che la fantasia umana nel corso dei secoli ha voluto attribuirgli – oggi sappiamo bene che i fulmini sono scariche elettriche che si producono nell’atmosfera a causa di una differenza di potenziale di almeno 1.000.000.000 Volt tra due punti della cella temporalesca o tra le nubi e il suolo – la visione di una tempesta di fulmini che di frequente accompagna i temporali estivi cui siamo abituati, soprattutto quando trascorriamo le vacanze in località marittime o montane, non smette mai di lasciarci a bocca aperta.


I fulmini, però, sono fenomeni tanto affascinanti quanto pericolosi: queste scariche elettriche, infatti, se colpiscono un edificio e qualsiasi cosa presente sul suolo terrestre, possono provocare seri danni se non causare la morte di animali o persone.


Recenti fatti di cronaca hanno nuovamente evidenziato quanto sia importante conoscere, diffondere, adottare e soprattutto non sottovalutare le regole di comportamento responsabili in caso di temporale, per quanto possano risultare banali.


Informarsi sulle condizioni meteorologiche in atto e previste prima di affrontare escursioni in montagna o in prossimità di fiumi; se sorpresi da un temporale e se lontani da una casa o da un’automobile non cercare riparo sotto agli alberi; non sostare vicino ad oggetti appuntiti o metallici (compresi ombrelli, ombrelloni, bastoni e piccozze); se ci si trova al mare o al lago, uscire immediatamente dall’acqua.

Queste sono solo le norme più basilari di autoprotezione in queste circostanze; vogliamo un’altra volta invitare tutti a leggere, rileggere e a scolpirsi nella memoria il documento completo reso pubblico dal Dipartimento di Protezione Civile e disponibile a questo link.


La probabilità per una persona di essere colpita da un fulmine, che naturalmente molto dipende dai propri comportamenti, dalle abitudini di vita e dai luoghi maggiormente frequentati, è mediamente una su 700mila e la percentuale di sopravvivenza è di circa il 70-80%.

Le conseguenze, per un organismo colpito da un fulmine, sono sia di breve che di lungo termine e comprendono: arresto respiratorio, arresto cardiaco, confusione, perdita di conoscenza e amnesia temporanea, paralisi, ustioni, convulsioni, capogiri, dolori muscolari e cronici, danni alla vista, sordità, mal di testa, perdite di memoria, problemi di attenzione, cambi di personalità.

In Italia, ogni anno, si verificano circa 10-15 decessi a causa dei fulmini.


Non è certo un’esperienza che i sopravvissuti amano ricordare e che nessuno si augura di fare, figuriamoci di ripetere. Eppure esiste una persona che da un fulmine fu colpita per ben sette volte, uscendone viva. Si tratta di Roy Cleveland Sullivan, park ranger al Shenandoah National Park della Virginia, vissuto tra il 1912 e il 1983. Riassumendo brevemente la sua storia, Roy fu colpito da un fulmine per la prima volta nel 1942 e si ritrovò a rivivere “l’elettrizzante esperienza” anche nel 1969, 1970, 1972, 1973, 1974 e 1977. Tutto ciò inevitabilmente provocò in lui uno shock tale da non riuscire nemmeno ad uscire di casa senza uno spruzzino d’acqua antincendio e senza la paura per la comparsa di nuvole sospette. L’eventualità sembra così inverosimile che David Fincher volle inserire, tra i personaggi secondari, proprio il personaggio di Roy nella sua pellicola del 2008 “Il curioso caso di Benjamin Button”.

Basandosi sul calcolo delle probabilità, le possibilità di essere colpiti sette volte da un fulmine è di 1 su 16.000.000.000.000.000.000.000.000. Per un termine di paragone la probabilità di vincere al Superenalotto è 1 su 622.614.630. E’ pur vero che l’eventualità di sopravvivere tutte e sette le volte è ancora più bassa. In ogni caso, Zeus con Roy doveva proprio essersi arrabbiato parecchio...

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