Un grande passo per l’umanità…
Si celebra domani il 50° anniversario del primo sbarco sulla Luna. Era infatti il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta statunitense Neil Armstrong mise piede, per la prima volta in assoluto, sul suolo lunare, compiendo così un “piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per l’umanità”.
Il viaggio verso il nostro Satellite compiuto dall’equipaggio dell’Apollo 11, la missione spaziale che portò appunto gli uomini sulla Luna a bordo della navicella spaziale Apollo, ebbe inizio il 16 luglio 1969. Dopo aver compiuto prima un giro e mezzo attorno alla Terra e successivamente 30 orbite lunari, il 20 luglio del 1969 il modulo lunare “Eagle”, con a bordo gli astronauti Armstrong e Aldrin, toccò il suolo alle 22:17 ora italiana atterrando, o meglio “allunando” nel sud del Mare della Tranquillità, la pianura basaltica situata nell’emisfero del Satellite sempre rivolto verso la Terra.
Dal nostro Pianeta infatti siamo in grado di osservare sempre la stessa “faccia della Luna”. Il satellite terrestre, posto ad un distanza di 384400 km dalla Terra, compie un moto di rotazione attorno al proprio asse sincrono al moto di rivoluzione della Luna attorno alla Terra; più precisamente, il periodo di rotazione (tempo impiegato per compiere una rotazione completa attorno al proprio asse) della Luna, pari a 27 giorni 7 ore e 43 minuti, è esattamente uguale al periodo orbitale ed è per questo che dalla Terra è visibile sempre la stessa
porzione lunare. In realtà, grazie a dei particolari fenomeni astronomici, detti librazioni, possiamo osservare fino al 59% della superficie lunare, mentre un 41% rimane sempre nascosto, dando così origine alla Faccia Nascosta della Luna. Quest’ultima è stata osservata per la prima volta grazie alla sonda sovietica “Luna 3” che nel 1959 scattò alcune fotografie della faccia oscura. La sua superficie, a differenza di quella visibile, è caratterizzata da molti più crateri e meno mari lunari, intesi come le aree più scure della Luna ma dove non vi è presenza di acqua, come nei mari terrestri.
Sulla Luna infatti non è stata riscontrata acqua allo stato liquido ma recenti studi, utilizzando i dati della sonda della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), hanno indicato la possibile presenza di ghiaccio in prossimità della superficie lunare lungo le pareti dei crateri o sui fondali dei crateri stessi localizzati al polo Sud lunare, mai illuminato dai raggi del Sole. Quest’acqua sarebbe stata emessa sotto forma di vapore d’acqua durante delle eruzioni vulcaniche avvenute più di 3 miliardi di anni fa, quando il magma lunare, ancora caldo, avrebbe liberato nello spazio dei gas (tra cui il vapor acqueo) che, accumulandosi attorno alla superficie della Luna, si suppone abbiamo dato origine ad un’atmosfera, più densa di quella marziana, ma con una pressione pari all’1% di quella terrestre.
Tutt’oggi però il nostro Satellite è sprovvisto di atmosfera, perlomeno paragonabile a quella della Terra, e per tal motivo sulla Luna non avvengono i fenomeni atmosferici tipici del nostro Pianeta. Studi hanno ipotizzato che l’atmosfera lunare durò circa 70 milioni di anni, durante i quali la maggior parte delle particelle presenti in atmosfera si dispersero nello spazio, mentre una minima parte di queste condensarono e si accumularono ai poli, dove si assume sia intrappolata anche l’acqua sotto forma di ghiaccio, che riesce a
Mentre la Terra, grazie alla sua massa e alla sua forza di gravità, riesce a “trattenere” legata a sé l’atmosfera terrestre, la Luna che ha una massa pari ad 1/81esimo di quella del nostro Pianeta e una gravità molto inferiore (ma non nulla, circa 1/6 di quella terrestre) non è stata in grado di esercitare un’attrazione gravitazionale tale da trattenere le particelle che formarono l’atmosfera lunare.
Tra le conseguenze della mancanza di atmosfera sulla Luna, vi è l’elevata escursione termica tra la parte illuminata dal Sole, dove la temperatura arriva ai 110°C e quella in ombra (temperature fino a -150°C).
In conclusione, il nostro Satellite non è un ambiente propriamente ospitale per noi terrestri ma l’eventuale acqua presente sulla Luna potrebbe essere utilizzata come rifornimento per gli astronauti e le future missioni spaziali, che partiranno dalla Luna alla scoperta degli altri pianeti del Sistema Solare.
Ma, se in futuro ci potremo “spingere” ulteriormente verso orizzonti più lontani, dobbiamo senza dubbio ringraziare e ricordare chi, prima di noi, esattamente 50 anni fa, fece letteralmente il primo passo su un corpo celeste al di fuori del pianeta Terra.