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Samantha Pilati

Si sta come d’autunno…


Autunno: una stagione amata da molti e, allo stesso tempo, odiata da tanti altri; questo a causa, prevalentemente, delle ore di luce che vanno gradualmente a decrescere e delle temperature, che inesorabilmente tendono a diminuire, con grande dispiacere da parte degli adoratori del caldo estivo. Ma quasi sicuramente anche i detrattori di questa stagione non potranno fare a meno di riconoscere che, in questo periodo dell’anno, avviene uno dei fenomeni naturalistici più affascinanti: il foliage.


Foliage, che letteralmente significa fogliame, è un termine inglese che viene utilizzato per indicare quel fenomeno spontaneo per cui le foglie di alcune specie di alberi cambiano colore, assumendo sfumature dai colori caldi e rendendo i paesaggi quasi incantati. Il termine completo e corretto sarebbe fall foliage, ma fall viene d’abitudine omesso. Proprio l’origine del termine fall, tuttavia, è strettamente legato alle foglie: esso è infatti l’abbreviazione di fall of the leaf (caduta della foglia), espressione che si era diffusa nel 1500 e che venne poi semplicemente abbreviata in fall. Nel Regno Unito essa divenne ben presto poco utilizzata, preferendole autumn, mentre fu importata dai coloni in quelli che sarebbero stati i futuri Stati Uniti d’America, dove divenne, ed è tuttora, il termine ufficiale per definire l’autunno.


Il cambiamento di colore delle foglie è tipico delle foreste composte da piante decidue, o caducifoglie, cioè quelle piante caratterizzate da un ciclo stagionale che prevede la perdita delle foglie, le quali rinasceranno, poi, agli inizi della stagione calda; tali foreste sono diffuse in prevalenza nell’emisfero boreale. Non tutte le piante caducifoglie, tuttavia, assumono i colori tipici del foliage: in molte specie, difatti, la foglia schiarisce semplicemente o, addirittura, diventa bruna solo poco prima di cadere, senza assumere le diverse tonalità di giallo, rosso e marrone tipiche di altre piante. Questa caratteristica di assumere colori molto accesi dipende soprattutto dal patrimonio genetico delle diverse specie e si stima che appartenga a solo un quarto delle specie arboree dei climi temperati (tra le quali alcune specie di acero, larice, tiglio e ginkgo biloba). Ma, nonostante la manifestazione del fenomeno abbia una base prettamente genetica, il suo inizio, la durata e l’intensità sono fortemente correlate all’ambiente stesso. Esso, per esempio, è favorito dall’alternanza di giornate miti e soleggiate a notti fredde (ma senza vere e proprie gelate); al contrario, in un autunno particolarmente caldo, con temperature al di sopra delle medie, l’intensità del fenomeno risulta attenuata. Anche l’elevata umidità influenza la durata del foliage, in quanto rallenta il processo di rinsecchimento delle foglie e la loro conseguente caduta.


Ma dove possiamo assistere ai foliage più spettacolari?


Il New England, regione degli Stati Uniti situata nella parte nord – orientale del Paese e costituita da 6 stati, è forse una delle zone al mondo dove si può assistere a uno dei più bei foliage; questo a causa della grande varietà di specie presenti, in particolare in Vermont e New Hampshire.

Sempre restando in America, anche il Canada offre un foliage veramente spettacolare: non per niente il simbolo del Canada è la foglia d’acero, le cui foreste ricoprono buona parte del territorio canadese, colorandosi in autunno delle diverse sfumature di giallo, arancione e rosso. Ottobre è il mese più favorevole per assistere al fenomeno, ma come già detto in precedenza le condizioni meteorologiche influiscono di anno in anno sull’inizio e la durata del fenomeno.


Cambiando continente, anche in Cina e Giappone il fenomeno del foliage è particolarmente bello. Il Giappone, in particolare, che è anche molto conosciuto e apprezzato per la fioritura dei ciliegi nei mesi primaverili, offre in autunno paesaggi incantati sia nei parchi cittadini delle grandi metropoli, come ad esempio Kyoto, sia nelle zone rurali. Come per la fioritura dei ciliegi, i Giapponesi sono particolarmente legati al momijigari, che letteralmente significa “caccia all’acero”, con tanto di organizzazione di gite e viaggi per osservare meglio il fenomeno. I mass media, addirittura, rilasciano dei veri e propri bollettini con gli aggiornamenti sullo stato della colorazione delle foglie e la diffusione del fenomeno sul territorio, con previsioni anche per i giorni a venire.


In Europa, purtroppo, in seguito alle glaciazioni del Pleistocene e alla forte urbanizzazione degli ultimi secoli, la percentuale di suolo ricoperta da foreste e il quantitativo di specie arboree predisposte ad una decisa colorazione è nettamente inferiore. Ciò nonostante, sono molti i posti dove si può assistere al foliage: dalla Finlandia alla Transilvania, dalla Valle della Loira alla Baviera. Ovviamente, a causa di climi e latitudini diverse, in ogni zona il periodo migliore per assistervi cambia leggermente: così nel nord della Scandinavia è possibile osservarlo già dalla fine di agosto, mentre nel Sud d’Europa il periodo migliore è tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre.

Se non avete tempo e soldi per dedicarvi ad un lungo viaggio, non preoccupatevi: anche in Italia, nel nostro piccolo, vi sono luoghi adatti ad osservare un foliage affascinante: Trentino Alto - Adige, Piemonte, Toscana e Calabria tra le regioni più interessate.


I posti dove assistere al foliage, come vedete, sono molti; l’importante è organizzarsi per tempo, prima che le foglie cadano completamente. Ma questa è un’altra storia…



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