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Susanna Di Lernia

Addio vacanze. Benvenute cimici.


Il rientro dalle vacanze estive non è mai facile, diciamocelo. Riadattarsi ai ritmi lavorativi e alla frenesia cittadina richiede parecchi sforzi ed energie.

E, siccome i problemi non giungono mai da soli, oltre allo stress, la perdita del sonno e i chili – accumulati nelle lunghe distese al sole in riva al mare – da smaltire, si aggiunge un altro fastidioso problema da non sottovalutare.


Tempo fa avevamo già parlato di come la stagione delle zanzare – a causa del progressivo aumento delle temperature degli ultimi anni e delle straordinarie capacità di adattamento di questi insetti – si fosse allungata. Beh, come se non bastassero le zanzare autunnali, la fine dell’estate porta con sé altri altrettanto detestabili insetti.


E’ esattamente in questo periodo dell’anno che fanno – aihmè – la loro comparsa le cimici verdi, svolazzando intorno a lampade alogene a folle velocità per incorrere spesso in incidenti domestici dei quali ci si accorge per via dell’improvviso e sgradito odore di barbecue che si diffonde rapidamente in tutta la casa.


Questi insetti danneggiano le foglie delle piante e i loro frutti. Apparentemente innocue per l’uomo, sono letali per diversi vegetali, in particolare la pianta del nocciolo e il pomodoro. La frutta e la verdura colpite assumono un sapore sgradevole e non possono più essere consumate.

Non sono tanto odiate, però, solo da chi ama il giardinaggio e coltiva l’orto; la cimice verde, da non confondere con la ben più temuta cimice dei letti, è un insetto fitofago (il suo nome è Palomena prasina) e considerato perlopiù repellente da moltissimi per l’aspetto, il modo di muoversi circospetto, il rumore del volo che irrompe improvviso nel silenzio delle stanze segnalandone la presenza ma, soprattutto, per l’odore inconfondibile.


Peculiarità delle cimici verdi è, infatti, quella di avere la sgradevole abitudine di rilasciare odori insopportabili come arma di difesa. Se in pericolo, emette un odore nauseabondo: la sostanza puzzolente, prodotta dalle ghiandole poste sul torace, è la sua tattica di difesa. Inutile perciò schiacciarla o scoparla via… in un attimo avrà già sprigionato il suo cattivo odore. Un odore persistente e difficile da debellare.


Diffuse quasi in tutta Europa, le cimici verdi prediligono i climi temperati ma stanno dimostrando di saper resistere anche a temperature rigide. La femmina, di colore più scuro e tendente al marrone rispetto al maschio, sembra in grado di sopravvivere più facilmente ai climi più freddi. Tra settembre e ottobre questi insetti, di origine africana, avvertono il calo delle temperature e l’aumento dell’escursione termica tra il giorno e la notte, e per questo cercano ambienti più caldi. Le case, specie lo spazio fra i doppi vetri, o le fessure degli infissi, sono un rifugio ambito. Quando si risvegliano, sono attratte dalla luce delle lampade, dove vanno a posarsi.


A causa del riscaldamento globale, che di anno in anno ritarda l’arrivo di temperature più basse, questi insetti riescono a invadere letteralmente le nostre case, avendo più tempo per cercare luoghi riparati prima dell’arrivo del freddo (con il quale spariscono). Negli ultimi anni si è infatti parlato di una vera e propria invasione di cimici in diversi paesi del Nord Italia.

La scorsa estate, ad esempio, molte aziende da frutta emiliane hanno subito non pochi danni alle coltivazioni per via dell’invasione della sorella asiatica (Halyomorpha halys), di colore un po’ più scuro, della cimice che abita da tempo il nostro paese.


La cimice asiatica è arrivata nelle nostre zone quattro anni fa, quando ne è stato rinvenuto casualmente un esemplare in provincia di Modena. Originaria dell’Estremo Oriente, Giappone, Cina e Corea, dal 1998 si era diffusa negli Stati Uniti provocando enormi danni nei frutteti. Con le stagioni 2013 e 2104 l’area di diffusione si è estesa alle province di Reggio Emilia e Bologna, mentre l’anno scorso l’invasione è giunta sino al Mantovano.


Viviamo in una nuova Pangea, non fisica ma in qualche modo virtuale; sono gli uomini che collegano i vari continenti con aerei, navi, automobili eccetera: questo ha provocato una sorta di globalizzazione delle specie. Grazie a questi passaggi “scroccati”, le cimici si sono infatti diffuse ad una impressionante velocità utilizzando come via di penetrazione proprio le strade a grande traffico. In più, loro stesse hanno una capacità di spostarsi che, secondo studi statunitensi raggiunge anche i 20 km, un’enormità per un insetto di pochi centimetri e un problema per la sua caccia.


Ma tornando alle nostre case e al disagio che la presenza di questi insetti ci provoca… la cosa migliore è naturalmente prevenire il problema e impedire l’ingresso alle cimici, posizionando zanzariere e sigillando crepe o fessure.

Si può anche usare un insetticida specifico, da spruzzare su davanzali, infissi, controtelai e cassonetti delle tapparelle. Sono inodori e non rovinano né le superfici dei mobili né i tessuti. E se qualcuna dovesse riuscire ugualmente a entrare… beh, evitate almeno di schiacciarle, per via dell’odore che emanerebbero. Fatele salire su un foglietto di carta e ributtatele fuori. Questo è il modo più semplice e a minor impatto ambientale mai inventato dall’uomo.

Con l’arrivo di temperature più autunnali spariranno da sole.

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