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  • Susanna Di Lernia

Lofoten: un paradiso da non perdere


Un viaggio in Norvegia, il nord geografico a tutti gli effetti, rappresenta sotto molti aspetti un varcare immaginario di quelli che sono i confini della realtà. Oltre ai paesaggi mozzafiato e agli assordanti silenzi, è la luce artica a rimanerti principalmente nel cuore. L’estate è famosa per il fenomeno del Sole di mezzanotte (tra fine maggio e metà luglio, infatti, il Sole non scende mai al di sotto dell’orizzonte) e questa stagione è ideale per le escursioni in montagna e al mare: essendoci sempre luce è possibile un approccio “timeless”, ci si può dimenticare dell’orologio: si dorme quando si è stanchi e si mangia quando si ha fame.


L’autunno e l’inverno sono invece ideali per osservare le Aurore Boreali e per il fenomeno della notte polare: a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, il Sole non sale mai sopra l’orizzonte e quindi è notte per tutto l’arco della giornata. Bisogna però tenere presente che Ottobre e Novembre sono i mesi più piovosi; se si è poco fortunati il cielo potrebbe essere sempre coperto dalle nuvole, il che rende impossibile vedere l’Aurora.


Le coste norvegesi si affacciano su mari diversi per un’estensione di circa 2.650 chilometri, ma lo sviluppo costiero, che è ricco di baie e insenature, raggiunge i 25.148 km (83.281 km contando anche le isole) perché è caratterizzato da piccoli bracci di mare profondi e stretti che si insinuano nell’entroterra per diversi chilometri. Sono i famosi fiordi – formatisi nel periodo dei grandi mutamenti geologici e delle ere glaciali – una delle principali attrattive turistiche della Norvegia, perché molto suggestivi e affascinanti.



In particolare, però, voglio raccontarvi del mio impatto con le Lofoten, sette piccole isole che, con i colori dei Caraibi e le magie delle Alpi, formano l’arcipelago che si estende a nord-est tra le contee di Nordland e Troms, adagiato sul mar di Norvegia, al di sopra del circolo polare artico. Il tratto di mare che separa le isole dalla terraferma prende il nome di Vestfjorden. Le isole principali sono unite le une alle altre da ponti e tunnel sottomarini.

Dalla terraferma si possono scorgere le imponenti cime che costituiscono lo scheletro dell’arcipelago. Sono definite la muraglia delle Lofoten. Risalgono a oltre diecimila anni fa e, per i geologi, sono tra le più antiche formazioni rocciose al mondo.


Le Lofoten sono una delle mete turistiche più caratteristiche della Norvegia. Le montagne sono altissime e scoscese ma creano insenature, spiagge bianchissime, baie e pascoli. La luce artica dona al paesaggio dei colori molto particolari. È un vero e proprio paradiso sulla Terra, un paesaggio senza ostacoli di maestose montagne, fiordi profondi, colonie di uccelli marini e lunghe spiagge: talmente bello da lasciarti senza parole. Non esiste altro posto al mondo dove le rocce nere delle montagne si trasformino in sabbia bianca cadendo nel mare cristallino.


Un paradiso, certo. Ma il clima? Non rende la vita impossibile? Questa è la domanda che si sente fare chiunque ritorni da un viaggio di questo tipo. È bene allora fare un po’ di chiarezza.

Il clima su queste isole è molto più mite di quello presente nelle altre regioni della Terra poste alla stessa latitudine; ciò è dovuto alla Corrente del Golfo e alle sue ramificazioni che raggiungono le Lofoten: la Corrente Nord Atlantica e la Corrente Norvegese.


Grazie all’influsso di queste correnti calde, le isole Lofoten hanno un clima temperato in relazione alla loro posizione a nord del Circolo Polare Artico. Questo evita la formazione di ghiacci marini, favorendo le attività portuali e di pesca. Il rovescio della medaglia, però, è dato dalle tempeste che si formano in mare aperto intorno all’Islanda, per contrasto tra l’aria fredda continentale (proveniente da Groenlandia e isole canadesi) e le tiepide acque dell’oceano: queste tempeste, foriere di precipitazioni abbondanti, sono comuni soprattutto durante l’autunno e all’inizio dell’inverno. Durante l’estate possono esserci periodi particolarmente freschi e piovosi, oltre che con caratteristiche di spiccata variabilità, per cui è sempre bene tenersi pronti ad ogni tipo di clima e temperatura.


Venti forti possono essere presenti nei mesi autunnali e in quelli invernali; la nebbia, inoltre, è un evento meteorologico tipico delle isole. Il periodo più piovoso va da settembre a dicembre, il mese con più pioggia è ottobre, mentre i mesi più secchi sono quelli tra aprile e giugno. In media, in un anno, cadono circa 800 mm di precipitazioni, che nei mesi invernali sono per la maggior parte sotto forma di neve.


Ogni inverno la parte più interna del fiordo tende a ghiacciarsi, aprendo la via alla pratica di diversi sport invernali, come la pesca nel ghiaccio, il pattinaggio e in alcuni casi addirittura lo sci di fondo.


Non sono quindi le temperature di per sé a rendere questi luoghi difficili da abitare e, di conseguenza, così poco popolosi (parliamo di circa 5 milioni di abitanti in un territorio di quasi 400 mila kilometri quadrati). I norvegesi, infatti, affermano che non esiste un inverno troppo rigido, ma solo un abbigliamento non adeguato. Chi sceglie di vivere in un luogo simile sa che deve adattarsi al territorio e non viceversa, accettando gli inverni troppo bui e le estati troppo luminose, la neve quasi perenne, il forte vento, le piogge.


Non è il luogo per chi soffre di meteoropatia, naturalmente.


Chi riesce però a farlo, trovando così la propria dimensione, viene senza dubbio ripagato del sacrificio con questa bellezza che toglie il fiato e con la certezza che il nostro è un pianeta meraviglioso.


(Dati riportati in tabella: Meteorologisk Institutt, Oslo. Media degli anni 1961-1990)

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